Cassazione penale Sez. V sentenza n. 51721 del 11 dicembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:51721PEN

Massima

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Il reato di ingiuria non sussiste quando le espressioni offensive sono pronunciate in un contesto caratterizzato da un pregresso e radicato contenzioso tra le parti, a condizione che l'imputato possa vantare una parvenza di ragioni, anche se non del tutto fondate, per contestare la legittimità dell'operato della persona offesa. In tali casi, infatti, le frasi incriminate non possono ritenersi meramente gratuite e prive di ogni giustificazione, ma sono espressione di un risentimento derivante dalla convinzione, più o meno fondata, di essere stato ingiustamente leso nei propri diritti. Pertanto, affinché il reato di ingiuria possa configurarsi, è necessario che il giudice accerti non solo la natura offensiva delle espressioni utilizzate, ma anche l'assenza di qualsiasi plausibile ragione che possa giustificare il comportamento dell'imputato, anche alla luce del pregresso e conflittuale rapporto tra le parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. MICHELI P. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza emessa dal Tribunale di Cosenza il 15/10/2013;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. MICHELI Paolo;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. GAETA Pietro, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;

udito per la parte civile non ricorrente l'Avv. (OMISSI…

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