La procedura semplificata di variante urbanistica prevista dall'art. 8 del D.P.R. n. 160/2010 e dall'art. 4 della L.R. n. 55/2012 ha carattere eccezionale e derogatorio rispetto all'ordinario procedimento di variante agli strumenti urbanistici e può essere attivata solo in presenza di una oggettiva e rigorosa verifica dell'assenza o insufficienza di aree destinate agli insediamenti produttivi nello strumento urbanistico comunale. Il Consiglio comunale, nel valutare la proposta di variante emersa dalla conferenza di servizi, conserva la propria autonomia decisionale e può discostarsi dalla stessa qualora ritenga che esistano aree idonee all'interno del territorio comunale per l'insediamento richiesto, senza che ciò comporti un vizio di legittimità del provvedimento di diniego. L'onere di provare l'impossibilità di localizzare la nuova attività economica in una delle aree a destinazione produttiva indicate dal Comune come idonee grava sulla parte richiedente la variante urbanistica semplificata.