La confisca per equivalente, quale misura sanzionatoria di natura ablatoria e ripristinatoria, è applicabile esclusivamente ai reati per i quali è espressamente prevista dalla legge e per i quali è stata disposta in sede di condanna, senza poter essere utilizzata per assolvere debiti di natura tributaria dell'imputato. Essa mira a privare l'autore del reato di qualsiasi beneficio economico derivante dall'attività illecita, anche quando il profitto non sia più direttamente rintracciabile, e non può essere commisurata né alla colpevolezza dell'agente né alla gravità della condotta. La sua applicazione è limitata ai soli reati commessi successivamente all'entrata in vigore della relativa disciplina normativa, non essendo estensibile retroattivamente la regola dettata per le misure di sicurezza dall'art. 200 c.p. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, nel determinare l'imputazione della somma confiscata per equivalente, deve attenersi ai reati per i quali la confisca è stata originariamente disposta, senza poter accogliere richieste volte a destinare tali somme al pagamento di debiti tributari, in quanto ciò contrasterebbe con la ratio e la natura sanzionatoria dell'istituto.