Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26013 del 13 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:26013PEN

Massima

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La testimonianza della persona offesa, pur potendo costituire prova sufficiente della responsabilità dell'imputato, deve essere sottoposta a un'indagine positiva circa la sua attendibilità complessiva, senza la necessità di applicare le regole probatorie di cui all'art. 192, commi 3 e 4 c.p.p. che richiedono la presenza di riscontri esterni. Il giudice deve valutare globalmente la credibilità del teste, tenendo conto di tutte le dichiarazioni e circostanze del caso concreto, senza procedere a una valutazione frazionata che inficerebbe la coerenza e logicità della motivazione. Ove la testimonianza della persona offesa sia ritenuta attendibile, essa può costituire prova sufficiente ai fini dell'affermazione di responsabilità dell'imputato, senza la necessità di ulteriori riscontri esterni, purché il giudice abbia adeguatamente motivato in ordine alla credibilità complessiva del teste.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI CATANZARO;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

inoltre:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 7/2011 CORTE ASSISE APPELLO di CATANZARO, del 24/01/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROCCHI GIACOMO;

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