Cassazione penale Sez. II sentenza n. 48838 del 5 dicembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:48838PEN

Massima

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Il pubblico dipendente che abusa della propria posizione lavorativa, timbrandosi il cartellino per sé e per altri colleghi al fine di risultare falsamente presente sul luogo di lavoro e ottenere indebitamente la retribuzione, commette il reato di truffa continuata aggravata in concorso. In tali casi, il giudice può disporre la sospensione dall'esercizio della pubblica funzione o del pubblico servizio, quale misura cautelare idonea a prevenire la reiterazione della condotta illecita e a tutelare l'interesse pubblico al corretto svolgimento dell'attività amministrativa. La valutazione del giudice circa l'applicazione di tale misura cautelare non può essere sindacata attraverso il richiamo al principio di parità di trattamento, essendo il giudizio di proporzionalità e adeguatezza della misura rimesso alla sua discrezionalità, purché adeguatamente motivato. L'esecuzione della misura cautelare, inoltre, rende inammissibile il ricorso avverso il provvedimento che l'ha disposta, per sopravvenuto difetto di interesse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 402/2013 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 02/05/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. IANNELLI ENZO;

Letti gli atti, la ordinanza impugnata, il ricorso;

Udita la relazione del cons. Dott. JANNELLI Enzo;

Udite le conclusioni del S. Procuratore Generale, Dott. BARDI Fulvio, per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

1 - (OMISSIS), indagato del delitto di truffa continuata agg…

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