Consiglio di Stato sentenza n. 7876 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:7876SENT

Massima

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La pianificazione urbanistica generale, ivi comprese le varianti al piano regolatore generale, costituisce una valutazione ampiamente discrezionale della pubblica amministrazione, che non richiede una particolare motivazione al di là di quella ricavabile dai criteri e principi generali che ispirano il piano, salva l'esigenza di motivazione puntuale in relazione a situazioni soggettive di affidamento qualificato del privato in ordine a una specifica destinazione urbanistica, come quelle rivenienti da precedenti convenzioni di lottizzazione, accordi di diritto privato, giudicati, annullamento di diniego di permesso di costruire o di silenzio rifiuto su una domanda di permesso di costruire. In assenza di una posizione di affidamento qualificato, la pubblica amministrazione può legittimamente modificare la destinazione urbanistica di un'area, anche in senso peggiorativo per il privato proprietario, senza che ciò comporti un onere motivazionale specifico, essendo sufficiente la motivazione desumibile dai pareri e dalle valutazioni tecniche poste a base del provvedimento. Inoltre, la mancata impugnazione di un atto presupposto, come il diniego dell'autorizzazione paesaggistica necessaria per il rilascio del permesso di costruire, può comportare la carenza di interesse del privato a impugnare gli atti successivi di pianificazione urbanistica, qualora tale diniego risulti ostativo all'edificazione indipendentemente dalla variante urbanistica adottata.

Sentenza completa

Pubblicato il 21/08/2023

N. 07876/2023REG.PROV.COLL.

N. 00547/2018 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 547 del 2018, proposto da Fabio Di Santo, Carmela Di Santo, Maria Pia Dominici, quali eredi costituiti dell’appellante Salvatore Di Santo, rappresentati e difesi dall'avvocato Achille Morcavallo, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Arno, 6;

contro

Regione Calabria, Comune di Fiumefreddo Bruzio, non costituiti in giudizio;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria (Sezione Seconda) n. 1121/2017, resa tra le parti.

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

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