Il ritardo nel versamento del contributo di costruzione non può essere sanzionato con una sanzione amministrativa pecuniaria qualora l'amministrazione abbia riconosciuto il proprio errore di calcolo nella quantificazione del contributo dovuto e il privato abbia provveduto al pagamento della somma correttamente rideterminata entro il termine indicato dall'amministrazione stessa. In tali casi, infatti, non sussistono i presupposti per l'irrogazione della sanzione, in quanto il ritardo non è imputabile al privato, il quale ha tempestivamente segnalato l'errore all'amministrazione e ha provveduto al pagamento non appena questa ha comunicato la corretta quantificazione del contributo. Il principio di leale collaborazione tra amministrazione e privato impone all'amministrazione di riconoscere l'errore commesso e di non sanzionare il privato per un ritardo non ascrivibile a sua colpa. Pertanto, in presenza di tali circostanze, l'atto con cui l'amministrazione irroga la sanzione pecuniaria per il ritardato pagamento del contributo di costruzione deve essere annullato per difetto dei presupposti.