Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 47209 del 28 dicembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:47209PEN

Massima

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Il dipendente di Poste Italiane S.p.A. che, abusando della sua qualità di incaricato di pubblico servizio, si appropria di somme di denaro relative a libretti postali intestati a terzi, commette il reato di peculato, in quanto l'attività di raccolta del risparmio postale, svolta per conto della Cassa depositi e prestiti, riveste natura pubblicistica. La disponibilità giuridica delle somme sottratte non è in capo all'intestatario del libretto, bensì nell'ente Poste Italiane S.p.A., che gestisce il servizio di risparmio postale. Pertanto, la condotta del dipendente, che si appropria autonomamente di tali somme, integra gli estremi del peculato e non può essere ricondotta ai meno gravi reati di truffa o appropriazione indebita. La gravità del danno patrimoniale cagionato, la pluralità delle condotte e l'assenza di resipiscenza da parte dell'imputato giustificano il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, così come la corretta determinazione dell'aumento di pena per il reato continuato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/02/2021 della Corte di appello di Napoli;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)) che si e' riportato alle conclusioni scritte ed ha richiesto;
l'inammissibilita' o, in subordine, il rigetto del ricorso;
udito il difensore, avvocato (OM…

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