Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24388 del 16 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:24388PEN

Massima

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Il reato di ingiuria presuppone che l'offesa sia rivolta direttamente alla persona offesa, non essendo sufficiente che la condotta diffamatoria sia contenuta in una comunicazione indirizzata ad altri soggetti, anche se essi siano eredi o aventi causa della persona effettivamente lesa. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di ingiuria, è necessario verificare con precisione a quale soggetto siano state rivolte le espressioni offensive, non essendo sufficiente l'accertamento che il destinatario della comunicazione si sia sentito offeso. Inoltre, la legittimazione a proporre querela e a costituirsi parte civile spetta esclusivamente alla persona direttamente offesa dal reato, non potendo essere estesa agli eredi o aventi causa, salvo che essi agiscano in nome e per conto della persona offesa originaria. La sentenza di condanna per ingiuria non può quindi fondarsi unicamente sulla circostanza che il destinatario della comunicazione si sia sentito offeso, essendo necessario accertare con precisione l'identità della persona offesa e la riferibilità delle espressioni offensive a quest'ultima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO ((omissis)) del 28/04/2 -

Dott. ROTELLA Mario rel. Consigliere SENTE -

Dott. SAVANI ((omissis)) N. 1 -

Dott. ZAZA ((omissis)) REGISTRO GENER -

Dott. DE MARCHI ALBENGO ((omissis)) N. 33274/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. PA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 12/2008 TRIB.SEZ.DIST. di GALLARATE, del 27/05/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/04/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIO ROTELLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per inammissibilita' del ricorso.

RITE…

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