Il falso per induzione si configura quando l'agente, attraverso artifici o raggiri, induce in errore i pubblici ufficiali circa l'attribuibilità di un atto a un soggetto diverso da quello che effettivamente lo ha compiuto, al fine di conseguire indebitamente un provvedimento amministrativo a vantaggio proprio o di altri. Tale condotta integra il reato di falso ideologico in atto pubblico, in quanto l'agente, pur non materialmente falsificando un documento, ne determina il contenuto mendace, inducendo in errore i pubblici ufficiali sulla veridicità di quanto attestato nell'atto. Pertanto, il falso per induzione si differenzia dal falso materiale in quanto non vi è la materiale alterazione del documento, ma la semplice induzione in errore dei pubblici ufficiali circa la paternità dell'atto. Ciò nonostante, il falso per induzione è ugualmente punibile ai sensi degli artt. 48, 476 e 479 c.p., in quanto lede la fede pubblica e la corretta formazione della volontà della pubblica amministrazione. La condanna per tale reato è altresì compatibile con l'estinzione per prescrizione di altri reati connessi, in quanto il falso per induzione costituisce un'autonoma fattispecie delittuosa.