La misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, una volta disposta, rimane sospesa per il periodo in cui il soggetto sottoposto si trovi in stato di detenzione per l'espiazione di una pena detentiva, ma riprende a decorrere dal giorno in cui cessa la carcerazione, senza la necessità di una nuova notifica del decreto applicativo. Tale principio trova applicazione anche nell'ipotesi in cui il soggetto, dopo l'interruzione del decorso della misura di prevenzione a seguito del suo arresto per espiazione di una pena, venga nuovamente sottoposto alla sorveglianza speciale, in quanto la esecuzione della misura di prevenzione non si interrompe definitivamente per il solo fatto dell'espiazione di una pena detentiva, ma riprende a decorrere dal momento in cui cessa lo stato di detenzione. Ciò in ragione della fungibilità tra custodia cautelare e misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, per cui il periodo trascorso in vinculis non determina l'interruzione o la sospensione della decorrenza della misura di prevenzione, salvo il caso in cui vi sia stata l'assoluzione per il reato in relazione al quale era stata disposta la custodia cautelare. Il principio enunciato si fonda sulla necessità di assicurare l'effettività e la continuità della misura di prevenzione, la quale non può essere vanificata dal mero fatto dell'espiazione di una pena detentiva, dovendo invece riprendere il suo corso non appena cessa lo stato di detenzione, senza che occorra una nuova notifica del decreto applicativo, in quanto la misura di prevenzione conserva la sua efficacia anche durante il periodo di carcerazione.