Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23226 del 4 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:23226PEN

Massima

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Il reato di diffamazione aggravata mediante affissione di uno scritto offensivo in luogo pubblico è integrato anche in assenza di indicazione nominativa della persona offesa, qualora questa sia comunque individuabile da un numero limitato di soggetti, come i dipendenti della stessa azienda ove l'atto diffamatorio è stato affisso. L'autenticazione della querela da parte del difensore formalmente nominato è valida ai fini della procedibilità del reato, non essendo necessaria l'autenticazione da parte di un pubblico ufficiale. Inoltre, la consapevolezza del contenuto diffamatorio dell'atto da parte di tutti gli imputati che hanno concorso materialmente alla sua affissione può essere desunta dalla stessa condotta di affissione, senza necessità di una specifica prova in tal senso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS),

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2331/2012 CORTE APPELLO di BRESCIA, del 22/01/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/03/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Volpe Giuseppe, che ha concluso per l'inammissibilita';

Udito, per la parte civile, …

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