Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8689 del 27 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:8689PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura sulla base dell'obiettivo significato intimidatorio delle espressioni utilizzate dall'agente, in relazione alla normale sensibilità dei consociati, a prescindere dall'effettiva percezione di timore da parte della persona offesa. L'esimente dello stato d'ira, prevista per il reato di ingiurie, richiede non solo la sussistenza dello stato d'ira determinato dal fatto ingiusto altrui, ma anche che la condotta ingiuriosa sia stata posta in essere immediatamente dopo la conoscenza di tale fatto. L'assenza di prova circa il tempestivo collegamento tra il fatto ingiusto e la condotta ingiuriosa esclude l'applicabilità dell'esimente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. MA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 23/11/2006 GIUDICE DI PACE di ABBIATEGRASSO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. DUBOLINO PIETRO;

sentito il Sost. Proc. Gen. Dott. D'ANGELO G., il quale ha chiesto il rigetto del ricorso.

RILEVATO IN FATTO

- che con l'impugnata sentenza il giudi…

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