Cassazione penale Sez. V sentenza n. 50946 del 17 dicembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:50946PEN

Massima

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Il reato di minaccia, ai sensi dell'art. 612 c.p., si configura quando la condotta dell'agente sia potenzialmente idonea a incidere sulla libertà morale della vittima, a prescindere dall'effettivo verificarsi di uno stato di intimidazione in capo a quest'ultima. L'eventuale atteggiamento provocatorio o minaccioso della persona offesa non esclude la sussistenza del reato, ma può eventualmente costituire una circostanza attenuante esterna alla fattispecie. Ai fini della liquidazione del danno morale, il giudice gode di ampia discrezionalità nella valutazione equitativa, censurabile in sede di legittimità solo in caso di totale mancanza di motivazione o di macroscopica irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/09/2018 del Tribunale di Reggio Emilia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIUSEPPE RICCARDI;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. Di Leo Giovanni, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa il 18/09/2018 il Tribunale di Regg…

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