Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19849 del 11 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:19849PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando l'agente, con atti idonei e non equivoci, dimostra la volontà diretta e univoca di cagionare la morte della vittima, anche se questa non si verifica per cause indipendenti dalla sua volontà. La valutazione dell'idoneità e non equivocità degli atti deve essere effettuata ex ante, sulla base degli elementi sintomatici quali la micidialità dell'arma utilizzata, la direzione del colpo verso organi vitali, le modalità della lesione e il pregresso atteggiamento ostile dell'agente nei confronti della vittima. La mancata reiterazione dei colpi o il mancato pericolo concreto di vita per la vittima non escludono la configurabilità del tentativo di omicidio, così come la presenza di circostanze che hanno impedito l'evento letale non incide sulla valutazione della volontà omicidiaria dell'agente. Il dolo rilevante ai fini del tentativo di omicidio è il dolo diretto, non il mero dolo eventuale, laddove l'agente si rappresenti e voglia il risultato letale come conseguenza certa o altamente probabile della propria condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CORRADINI Grazia - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. GI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 16/07/2008 CORTE APPELLO di TRIESTE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CORRADINI GRAZIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FEBBRARO Giuseppe, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con sentenza in data 16 luglio 2008 la Corte d'Appello di T…

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