Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20919 del 30 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:20919PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esercizio del controllo sulla motivazione della sentenza di merito, non può sindacare la valutazione delle prove effettuata dal giudice di appello, quando questa risulti congrua e logicamente corretta. Tuttavia, ove sia accertata l'intervenuta prescrizione di uno dei reati contestati, il giudice di legittimità è tenuto ad annullare senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente a tale reato, dichiarando il non doversi procedere per estinzione del reato e disponendo la conseguente eliminazione della relativa pena. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il giudice di legittimità, pur essendo vincolato al rispetto del principio di tassatività dei motivi di ricorso, deve comunque procedere all'annullamento della sentenza di merito quando risulti accertata l'intervenuta prescrizione di uno dei reati contestati, in applicazione del principio di legalità e del divieto di applicazione di pene per reati estinti. Tale principio trova applicazione anche nei confronti di eventuali coimputati, in virtù dell'effetto estensivo dell'impugnazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBA Tito - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto nell'interesse di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza in data 19-2-10 della Corte di Appello di Bologna, sezione 1 penale.

Visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal Consigliere, dott. ((omissis)).

Udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sost. Proc. Gen., dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per prescrizione in riferimento …

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