Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23933 del 6 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:23933PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia si configura quando le condotte di violenza fisica e morale, anche se intervallate da periodi di relativa tranquillità, si protraggono abitualmente nel tempo e sono caratterizzate da un atteggiamento di sopraffazione e prevaricazione dell'agente nei confronti della vittima, indipendentemente dall'esito finale delle condotte e dalla gravità delle singole manifestazioni. Ai fini della concessione delle circostanze attenuanti generiche e della sospensione condizionale della pena, il giudice deve valutare complessivamente la condotta dell'imputato, tenendo conto non solo della gravità e reiterazione dei fatti, ma anche di elementi favorevoli come l'incensuratezza e il positivo comportamento successivo ai fatti, che denotano una prognosi favorevole di futura astensione dalla reiterazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - rel. Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 699/2013 Corte d'Appello di Lecce del 3/04/2013;

esaminati gli atti e letti il ricorso ed il provvedimento decisorio impugnato;

udita in camera di consiglio la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del sostituto PG, Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

sentito il difensore del ricorrente, avv. (OMISSIS), che ha insistito per l…

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