Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15010 del 18 aprile 2012

ECLI:IT:CASS:2012:15010PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Il soggetto che, in seguito a una precedente provocazione, reagisce con un'azione violenta e sproporzionata, cagionando lesioni gravi alla persona offesa, non può beneficiare dell'attenuante del concorso del fatto doloso della vittima ex art. 62 n. 5 c.p., in quanto la condotta della persona offesa non costituisce "concausa efficiente" dell'evento dannoso, essendo la reazione dell'imputato l'unica causa determinante dell'aggravamento delle condizioni di salute della vittima, anche in presenza di pregresse patologie mentali di quest'ultima. Inoltre, la diversa prestanza fisica tra l'aggressore e la vittima, nonché l'assenza di una reale situazione di pericolo attuale e di necessità di difesa, escludono la configurabilità della scriminante della legittima difesa, anche in forma putativa. Pertanto, l'imputato deve rispondere delle lesioni gravi cagionate, con l'aggravante della gravità delle conseguenze per la salute della vittima, in applicazione del principio della "democrazia delle cause" di cui all'art. 41 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana Presidente del 22/02/2 -

Dott. MARASCA Gennaro Consigliere SENTE -

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo Consigliere N. -

Dott. SABEONE Gerardo Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo Consigliere N. 22501/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza 28.12.2010 della Corte d'Appello di Genova;

e' presente per il ricorrente l'avv. (OMISSIS);

udita la Relazione svolta dal Cons. Gian Giacomo Sandrelli;

udita la Requisitoria del PG. (nella persona del Cons. Dr. Gioacchino Izzo) che ha conc…

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