Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20095 del 20 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:20095PEN

Massima

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Il reato di minaccia a pubblico ufficiale si configura quando l'agente, con parole o comportamenti, prospetta al soggetto passivo la concreta possibilità di subire un danno ingiusto, al fine di indurlo a omettere un atto del proprio ufficio. Perché la minaccia sia rilevante penalmente, non è necessario che essa sia esplicita e dettagliata, essendo sufficiente che emerga in modo inequivoco l'intento dell'agente di nuocere al pubblico ufficiale, anche attraverso espressioni generiche e ingiuriose, purché idonee a incutere timore e a condizionarne l'attività. La minaccia deve essere valutata nel suo complesso, tenendo conto del contesto in cui è stata formulata, del rapporto tra le parti e delle circostanze concrete del fatto, senza che rilevi l'effettiva capacità dell'agente di porre in essere la condotta minacciata. L'abrogazione dell'art. 341 c.p. e l'inapplicabilità dell'art. 341-bis c.p. non escludono la configurabilità del reato di minaccia a pubblico ufficiale, che rimane autonomamente punibile ai sensi dell'art. 336 c.p., a prescindere dalla qualificazione giuridica della condotta minacciosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesc - rel. Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMESSO) N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 168/2009 CORTE APPELLO SEZ. DIST. di SASSARI, del 02/07/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/05/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO PAOLO GRAMENDOLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FRATICELLI Mario che ha concluso per il rigetto del ricorso.

OSSERVA IN FATTO E DIRITTO

(OME…

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