Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20796 del 18 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:20796PEN

Massima

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Il concorso morale nell'associazione di tipo mafioso può essere integrato dalla condotta di chi, pur non essendo formalmente affiliato, fornisce un contributo consapevole e volontario al mantenimento e alla operatività del sodalizio criminoso, mettendo a disposizione della consorteria mezzi e risorse logistiche, quali alloggi, rifugi, vettovagliamento e utenze fittizie per i latitanti, in ragione della sua posizione di fiducia e della sua incondizionata disponibilità a sostenere le attività illecite del gruppo. Tale condotta, pur non implicando una partecipazione diretta agli atti criminosi, è rilevante ai fini della configurabilità del reato di associazione mafiosa, in quanto espressione di una consapevole e volontaria adesione agli scopi e ai metodi dell'organizzazione criminale, desumibile dalle convergenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e dagli altri elementi probatori, anche indiziari, che dimostrino la piena consapevolezza dell'indagato della caratura criminale dei soggetti assistiti e della finalità di agevolare la permanenza e l'operatività del vincolo associativo. La responsabilità penale per il reato di associazione mafiosa non è esclusa dalla mera asserzione di aver agito per "quieto vivere" o per timore di subire conseguenze negative, ove risulti accertata la consapevolezza dell'indagato della natura criminale del sodalizio e il suo contributo volontario e consapevole al suo mantenimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GI. GI. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 10/12/2008 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VECCHIO MASSIMO;

Udito, altresi', in camera di consiglio il rappresentante del Pubblico Ministero in persona del Dott. Gialanella Antonio, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RILEVA

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