Il mutamento di destinazione d'uso di un locale accessorio in un locale abitabile, all'interno di un fabbricato ad uso residenziale, costituisce un intervento di tipo ristrutturativo che presenta carattere urbanisticamente rilevante, in quanto incide sull'identità e sulla proporzione degli elementi strutturali e formali dell'organismo edilizio, e pertanto richiede il permesso di costruire per la sua esecuzione, essendo assimilabile a un cambio di categoria funzionale ai sensi dell'art. 23-ter, comma 1, del D.P.R. n. 380/2001 e dell'art. 2, comma 7, della L. Reg. Campania n. 19/2001. Analogamente, gli interventi edilizi consistenti nell'installazione di tettoie o di altre strutture accessorie di protezione o di riparo di spazi liberi, nonché nella realizzazione di opere di scavo, sbancamento e livellamento del terreno finalizzate a usi diversi da quelli agricoli, in quanto incidenti sul tessuto urbanistico del territorio, sono soggetti a titolo abilitativo edilizio e, pertanto, sono illegittimi se eseguiti in mancanza di autorizzazione. L'ordine di demolizione di tali opere abusive, in quanto atto dovuto e rigorosamente vincolato, non richiede una motivazione particolarmente stringente, essendo sufficiente la descrizione delle opere abusive e la constatazione della loro esecuzione in assenza di titolo edilizio, senza necessità di ponderare gli interessi pubblici e privati contrapposti o di considerare l'eventuale decorso del tempo dalla realizzazione dell'abuso, in quanto la repressione dell'abuso edilizio corrisponde, per definizione, all'interesse pubblico al ripristino dello stato dei luoghi illecitamente alterato.