Il provvedimento interdittivo antimafia può essere revocato qualora il destinatario ottenga la riabilitazione, facendo venir meno le cause di divieto, decadenza e sospensione previste dall'art. 67 del d.lgs. 159/2011. In tal caso, l'amministrazione competente è tenuta a comunicare che nei confronti dell'interessato non sussistono più le predette cause ostative. La revoca dell'interdittiva antimafia determina l'estinzione del giudizio promosso per l'annullamento del provvedimento, venendo meno l'interesse del ricorrente. Le spese di lite sono compensate in considerazione della mancata costituzione in giudizio delle amministrazioni intimate e degli specifici profili della vicenda. La liquidazione del compenso professionale a carico dell'Erario, in caso di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, è subordinata alla verifica della persistenza dei relativi requisiti per tutta la durata del giudizio e dell'iscrizione del difensore nell'elenco degli avvocati abilitati.