Cassazione penale Sez. I sentenza n. 35839 del 19 settembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:35839PEN

Massima

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La capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento del fatto, pur in presenza di forti emozioni e impeti di disperazione, non è esclusa né grandemente scemata qualora il suo comportamento e le sue dichiarazioni dimostrino lucidità e consapevolezza degli eventi, senza alcun indizio di infermità mentale o disturbo della personalità. Gli stati emotivi e passionali, in assenza di una sottostante patologia psichiatrica, non possono ridurre in modo apprezzabile l'imputabilità, in conformità al principio stabilito dall'art. 90 c.p. Il giudice di appello, nel valutare la prevalenza delle attenuanti generiche sull'aggravante contestata e nel determinare la pena, non viola il divieto di reformatio in peius qualora non applichi la massima riduzione prevista per le attenuanti, in assenza di una espressa motivazione del primo giudice sulla equivalenza tra le circostanze.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 8/2010 CORTE ASSISE APPELLO di L'AQUILA, del 26/01/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/02/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis))RO CAIAZZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore avv. …

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