Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16964 del 4 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:16964PEN

Massima

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L'aggravante della destrezza nel reato di furto sussiste quando l'agente approfitta di uno stato di tempo e di luogo tali da attenuare la normale attenzione della parte lesa nel mantenere il controllo o la vigilanza sulla cosa sottratta, rientrando nel concetto di destrezza qualsiasi modalità dell'azione furtiva idonea a non destare tale attenzione. Pertanto, ai fini dell'integrazione dell'aggravante di cui all'art. 625, comma 1, n. 4, c.p., non è necessario che l'azione dell'agente sia connotata da particolare abilità manuale, essendo sufficiente che egli si avvalga di circostanze di tempo e di luogo che rendano meno agevole per la vittima la percezione e il controllo della sottrazione. Tale valutazione, rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, è coerente con l'orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità, secondo cui l'aggravante della destrezza ricorre ogni qualvolta l'agente ponga in essere modalità esecutive idonee a eludere la normale vigilanza della persona offesa, senza che sia necessario un particolare virtuosismo nell'azione materiale del furto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto l'8.7.2009 da:

Avv. ((omissis)), difensore di BU. Si. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Firenze del 15 maggio 2009;

Sentita la relazione del Consigliere Dr. ((omissis)) BRUNO;

Sentite le conclusioni del P.G. in sede, in persona del Sostituto Dr. ((omissis)), che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con la sentenza indicata in e…

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