Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31319 del 17 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:31319PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, in ragione del suo ufficio, abbia la disponibilità giuridica di denaro pubblico, il quale si comporti "uti dominus" nei confronti di tale denaro e se ne appropri, realizza il delitto di peculato, a prescindere dalla precedenza cronologica dell'appropriazione rispetto all'eventuale falsa documentazione contabile predisposta per occultare l'illecita condotta. Pertanto, integra il reato di peculato la condotta del pubblico ufficiale che, pur avendo la disponibilità di denaro pubblico per ragioni del suo ufficio, se ne appropri mediante la predisposizione di falsi rendiconti e documenti contabili che ne attestino l'uscita per finalità istituzionali, mentre il denaro è in realtà trattenuto nella sua disponibilità. La distinzione tra peculato e truffa non va ravvisata nella precedenza cronologica dell'appropriazione rispetto al falso o viceversa, ma nel modo in cui il pubblico ufficiale viene in possesso del denaro di cui si appropria: sussiste peculato quando l'agente fa proprio il denaro della P.A., di cui abbia il possesso per ragioni del suo ufficio o servizio, mentre vi è truffa qualora il pubblico ufficiale, non avendo tale possesso, si sia procurato fraudolentemente, con artifici e raggiri, la disponibilità del bene oggetto della sua illecita condotta. Pertanto, ricorre il peculato e non la truffa quando l'artifizio o il raggiro o la falsa documentazione siano stati posti in essere non per entrare nel possesso del pubblico denaro ma per occultare la commissione dell'illecito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI A. - rel. Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 10530/2011 CORTE APPELLO di ROMA, del 08/05/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/06/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Corasaniti Giuseppe, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza, qualificato il fatto quale truffa aggravata.

udito il difensore avv. (OMISSI…

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