Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23691 del 16 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:23691PEN

Massima

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Il fornire false generalità ad un pubblico ufficiale, in assenza di altri mezzi di identificazione, integra il reato di falsa attestazione di identità personale di cui all'art. 495 c.p. e non il meno grave reato di false dichiarazioni di cui all'art. 496 c.p., in quanto le dichiarazioni mendaci rivestono carattere di attestazione preordinata a garantire al pubblico ufficiale le proprie qualità personali. Tale condotta è punibile a prescindere dalla consapevolezza del dichiarante che le proprie attestazioni sarebbero state riprodotte in un atto pubblico, essendo sufficiente che le false generalità siano state fornite al pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, anche in considerazione delle condizioni personali del dichiarante, come la non perfetta conoscenza della lingua italiana o l'orario notturno del controllo. La qualificazione giuridica del fatto ai sensi dell'art. 495 c.p. è conforme al principio consolidato in giurisprudenza e non presenta profili di illogicità o erroneità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/09/2019 della Corte di Appello di Trieste;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere RICCARDI GIUSEPPE;
lette le richieste scritte, ai sensi del Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8, del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Orsi Luigi, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con …

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