La retrodatazione della decorrenza dei termini di custodia cautelare ex art. 297, comma 3, c.p.p. può trovare applicazione solo in presenza di specifiche condizioni, ossia: 1) quando i titoli restrittivi riguardano gli stessi addebiti o fatti connessi nello stesso procedimento; 2) quando, pur in procedimenti diversi, gli elementi a fondamento della seconda ordinanza cautelare fossero già desumibili dagli atti al momento dell'emissione della prima, purché i procedimenti pendano dinanzi alla medesima autorità giudiziaria; 3) quando tra i fatti contestati sussista connessione qualificata ex art. 12, comma 1, lett. b) e c) c.p.p. e i procedimenti siano separati; 4) quando, pur in procedimenti distinti e senza connessione qualificata, gli elementi a fondamento della seconda ordinanza fossero già desumibili dagli atti al momento dell'emissione della prima, sempre che i procedimenti pendano dinanzi alla stessa autorità giudiziaria. Tali ipotesi, elaborate dalla giurisprudenza di legittimità, non possono essere estese oltre i limiti normativi, non essendo configurabile un generico diritto dell'imputato alla retrodatazione della decorrenza della custodia cautelare in ogni fase del procedimento.