Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, rilascia atti pubblici attestanti falsamente fatti o circostanze di cui il documento è destinato a provare la verità, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico, anche qualora tali atti siano utilizzati da terzi per indurre in errore la pubblica amministrazione. Tale condotta è punibile a titolo di concorso anche nei confronti di coloro che, mediante l'allegazione di documentazione falsa, abbiano indotto la pubblica amministrazione a compiere atti dispositivi di spesa sulla base di presupposti non corrispondenti al vero. La qualifica di pubblico ufficiale spetta al concessionario di una pesa pubblica che, nel rilasciare le relative bollette, attesta ufficialmente il peso effettivo delle cose. I documenti di spesa rilasciati dalla pubblica amministrazione, in quanto atti attestanti la volontà di erogare somme per una determinata causale, devono riportare in modo veritiero i presupposti che legittimano tale erogazione, sicché il falso sulla causa della spesa comporta la falsità dell'intero atto dispositivo. L'accertamento della responsabilità penale per tali reati non richiede la prova di un concreto danno patrimoniale per l'amministrazione, essendo sufficiente la mera alterazione della verità documentale, a prescindere dalle conseguenze economiche.