La decadenza della concessione demaniale marittima per inadempimento degli obblighi derivanti dalla concessione o imposti da norme di legge o regolamenti, ai sensi dell'art. 47, comma 1, lett. f), del codice della navigazione, non costituisce un atto vincolato, ma richiede una valutazione discrezionale dell'amministrazione concedente, la quale deve considerare la gravità e la persistenza delle violazioni accertate, nonché la condotta complessiva del concessionario. L'amministrazione, pertanto, deve ponderare tutti gli elementi del caso concreto, senza automatismi, al fine di verificare se permangano le condizioni per il mantenimento della concessione o se, invece, sussistano i presupposti per la sua decadenza, quale misura proporzionata e adeguata alla tutela dell'interesse pubblico connesso all'utilizzo del bene demaniale. In tale valutazione, assume rilievo la consapevolezza in capo al concessionario delle violazioni commesse, la reiterazione delle stesse nonostante gli ordini di ripristino dello stato dei luoghi, nonché l'assenza di un legittimo affidamento sulla prosecuzione del rapporto concessorio. L'accertamento di opere abusive realizzate sul demanio marittimo, inoltre, legittima l'adozione di provvedimenti di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, ai sensi dell'art. 54 del codice della navigazione, indipendentemente dalla sorte della concessione, trattandosi di un potere-dovere dell'amministrazione finalizzato alla tutela dell'integrità del demanio pubblico. La decadenza della concessione demaniale marittima, pertanto, non comporta l'automatica invalidità degli atti successivamente adottati per l'accertamento e la rimozione delle opere abusive, in quanto tali provvedimenti sono autonomi e rispondono a distinte finalità di tutela del bene demaniale.