Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 6475 del 10 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:6475PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La valutazione della sussistenza dell'interesse dell'indagato a ottenere una pronuncia in sede di impugnazione dell'ordinanza che impone la custodia cautelare, anche nel caso in cui essa sia stata revocata nelle more del procedimento incidentale de libertate, deve essere effettuata in concreto dal giudice, non potendosi presumere tale interesse, ma dovendo essere lo stesso dedotto dall'indagato. L'interesse può sussistere solo nelle ipotesi in cui il provvedimento coercitivo sia stato emesso o mantenuto senza che sussistessero le condizioni di applicabilità previste dagli articoli 273 e 280 c.p.p., in quanto ciò potrebbe costituire, ai sensi dell'articolo 314 c.p.p., comma 2, presupposto del diritto ad un'equa riparazione per la custodia cautelare subita ingiustamente. In assenza di tale deduzione e valutazione concreta da parte del giudice, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARCANO Domenico - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 12 ottobre 2016 del Tribunale di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)) che ha concluso chiedendo di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il Tribunale del riesa…

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