Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16185 del 28 aprile 2021

ECLI:IT:CASS:2021:16185PEN

Massima

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Il reato di minaccia a pubblico ufficiale si configura quando le espressioni adoperate dall'agente, pur non avendo necessariamente prodotto un effettivo turbamento psichico nel pubblico ufficiale, risultano idonee a turbare l'assolvimento dei suoi compiti istituzionali, secondo un giudizio da compiere ex ante in relazione alle circostanze oggettive e soggettive del caso concreto. Ai fini dell'integrazione del reato, non rileva che il pubblico ufficiale non abbia subito un effettivo turbamento, trattandosi di reato a dolo specifico. La richiesta di riqualificazione del reato in minaccia semplice, se non dedotta in sede di appello, è inammissibile per difetto di devoluzione. La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, di cui all'art. 131-bis c.p., può essere riconosciuta in sede di legittimità, senza rinvio, solo se i relativi presupposti siano immediatamente rilevabili dagli atti e non siano necessari ulteriori accertamenti fattuali. Tuttavia, il decorso del termine di prescrizione preclude tale valutazione, determinando l'annullamento senza rinvio della sentenza per estinzione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia Anna - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. RICCIO Stefani - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di Appello di Firenze del 17/01/2020;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Stefania Riccio;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto procuratore generale Molino Pietro, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza in epigrafe, la Corte di Appello di Firenze, in parziale riforma …

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