Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26984 del 2 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:26984PEN

Massima

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Il giudizio espresso da un funzionario pubblico nell'ambito delle proprie attribuzioni istituzionali, anche se ritenuto lesivo della reputazione di un altro pubblico dipendente, non integra gli estremi del reato di diffamazione qualora risulti formulato in buona fede e nell'adempimento di un dovere d'ufficio, senza eccedere i limiti della continenza e della pertinenza. In tali casi, il pregiudizio eventualmente arrecato alla reputazione può essere fatto valere in sede di giudizio civile, ma non dà luogo a responsabilità penale, in quanto il diritto di critica e di valutazione dell'operato altrui, ove esercitato nell'ambito delle proprie funzioni e senza abuso, prevale sulla tutela della reputazione individuale. Pertanto, l'archiviazione di un procedimento penale per diffamazione è legittima quando le dichiarazioni contestate risultino espresse nell'adempimento di un dovere d'ufficio e non eccedano i limiti della continenza e della pertinenza, non integrando gli estremi del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Lui - Presidente

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) MI. VA. N. IL (OMESSO);

2) M. A. ;

avverso DECRETO del 21/05/2008 del GIP TRIBUNALE di ROMA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FEDERICO Raffaello;

Vista la requisitoria del Procuratore Generale presso questa Corte di Cassazione, in persona del Dott. SELVAGGI Eugenio che ha chiesto che il ricorso venga rigettato.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Il Gip del tribunale di Roma, con decreto del 21.5.2008, ha disposto l'archiviazi…

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