Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5387 del 14 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:5387PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria posizione e dei propri poteri, si adopera per agevolare indebitamente un privato nell'ottenimento di documenti e autorizzazioni, ricevendo in cambio un compenso o un bene di valore sproporzionato rispetto all'attività svolta, commette il reato di corruzione propria continuata. Tale condotta integra una violazione dei doveri di fedeltà, imparzialità e perseguimento esclusivo dell'interesse pubblico, anche quando il privato beneficiario avesse titolo a ottenere legittimamente i documenti richiesti, in quanto l'intervento del pubblico ufficiale, finalizzato a procurare un indebito vantaggio al privato, si pone in contrasto con i principi di correttezza e buon andamento della pubblica amministrazione. La natura corruttiva del rapporto tra il pubblico ufficiale e il privato è desumibile dalla gratuità della dazione ricevuta dal primo, dalla contestualità temporale tra l'attività di agevolazione e il conseguimento del bene, nonché dalle conversazioni intercettate che rivelano l'esistenza di un patto sinallagmatico. Anche l'acquisizione di informazioni riservate da parte del pubblico ufficiale, sebbene dettata dall'esigenza di chiarire la propria posizione, può integrare un abuso della funzione pubblica a vantaggio del privato corruttore, qualora emerga un interesse di quest'ultimo nella conoscenza di tali informazioni. La mancanza di competenza funzionale del pubblico ufficiale nell'adottare gli atti richiesti dal privato non esclude la rilevanza penale della condotta, in quanto la violazione dei doveri di imparzialità e fedeltà alla pubblica amministrazione sussiste anche quando il pubblico ufficiale si avvalga del proprio ruolo e ascendente presso altri uffici per procurare al privato un indebito vantaggio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

D'. An. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano, sezione 3A penale, in data 21.12.2009;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dr. Piercamillo Davigo;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. Galasso Aurelio, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia rigettato;

Udito il difensore Avv. Bolchini Marco, il quale ha concluso per l'accoglimento del ricorso…

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