Il provvedimento di trasferimento d'ufficio di un pubblico dipendente può essere legittimamente adottato dall'amministrazione anche in assenza di una specifica motivazione, quando ricorrano obiettive situazioni di incompatibilità ambientale o di pregiudizio all'immagine dell'ufficio, derivanti da fatti e comportamenti del dipendente, anche nella vita privata, che violino i principi dell'onore e del decoro e ledano il prestigio dell'istituzione, compromettendo il rapporto fiduciario con i colleghi e con l'autorità giudiziaria di riferimento. In tali ipotesi, l'amministrazione non è tenuta a considerare le esigenze personali e familiari del dipendente, trattandosi di un provvedimento di natura organizzativa non soggetto alla disciplina della legge n. 241/1990 in materia di motivazione. Il rifiuto del dipendente di accettare un trasferimento concordato a domanda, che gli avrebbe consentito di continuare a svolgere agevolmente le funzioni di amministratore di sostegno attribuite dall'autorità giudiziaria, non inficia la legittimità del successivo provvedimento di trasferimento d'ufficio adottato dall'amministrazione.