Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28337 del 28 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28337PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso si caratterizza per la forza di intimidazione del vincolo associativo e le conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà, che consentono all'organizzazione criminale di radicarsi sul territorio e di infiltrarsi nelle istituzioni democratiche, inquinandone il regolare funzionamento. La partecipazione all'associazione mafiosa può essere desunta da una pluralità di elementi indiziari, tra cui la partecipazione alla raccolta e distribuzione di fondi destinati al sostentamento dei detenuti affiliati, considerata espressione dell'obbligo di solidarietà e fedeltà che grava sugli aderenti. Tali condotte, prive di giustificazione familiare o amicale, costituiscono un indicatore fattuale della compenetrazione dell'indagato nel tessuto organizzativo associativo e della sua affiliazione. Inoltre, l'infiltrazione mafiosa negli organi elettivi e amministrativi degli enti locali, attraverso l'inquinamento del processo democratico, rappresenta un ulteriore aspetto caratterizzante l'associazione di tipo mafioso, che si realizza mediante accordi tra la consorteria criminale e gli aspiranti rappresentanti istituzionali, finalizzati all'adozione di provvedimenti amministrativi in violazione delle regole giuridiche e a vantaggio degli interessi mafiosi. Pertanto, la valutazione complessiva degli elementi indiziari, anche di natura indiziaria, che delineano il metodo mafioso e la proiezione dell'associazione criminale sul territorio e nelle istituzioni, consente di affermare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2203/2012 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 09/11/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FERDINANDO LIGNOLA;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, dr. Giovanni D'Angelo, ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

per il ricorrente e' presente l'avv. (OMISSIS), che chiede l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del …

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