Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 7733 del 25 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:7733PEN

Massima

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La misura di prevenzione della sorveglianza speciale può essere legittimamente applicata a carico di un soggetto la cui pericolosità sociale sia desumibile dalla abitualità delle condotte delittuose a lui ascritte, anche in assenza di una qualificata partecipazione ad associazione finalizzata al narcotraffico, purché emergano elementi indiziari che ne rivelino i collegamenti con l'ambiente della criminalità organizzata, come la frequentazione di pregiudicati e il coinvolgimento in illeciti trasporti di sostanze stupefacenti e di armi, unitamente all'assenza di lecite fonti reddituali, essendo tali elementi coerentemente funzionali alla ritenuta pericolosità sociale del proposto, a prescindere dalla distanza temporale tra le condotte considerate e la valutazione della pericolosità, ove tale distanza non sia tale da giustificare critiche in ordine alla conclusione assunta sul punto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso il decreto n. 39/2013 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 26/09/2014;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PATERNO' RADDUSA Benedetto;
lette le conclusioni del PG Dott. IZZO per la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con il decreto impugnato la Corte di Appello di Catanzaro ha confermato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale in danno del ricorrente, (OMISSIS), resa in primo grado da…

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