Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 40108 del 15 ottobre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:40108PEN

Massima

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Il tentativo di colpire con calci gli agenti di polizia che procedono all'identificazione di una persona, pur se lievemente, integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale, in quanto costituisce violenza nei confronti degli stessi, a prescindere dal fatto che la condotta si sia estrinsecata anche in un mero tentativo di divincolarsi dalla loro stretta. La condotta violenta, anche se non cagiona lesioni, è sufficiente a integrare il reato di cui all'art. 337 c.p., in quanto l'elemento materiale del reato di resistenza a pubblico ufficiale si realizza con qualsiasi atto di violenza o minaccia, indipendentemente dall'esito della condotta e dalla sua efficacia. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, deve dare conto della ricostruzione fattuale compiuta in sede di primo grado, senza limitarsi a una mera valutazione di attendibilità delle dichiarazioni testimoniali, dovendo altresì esaminare se la condotta posta in essere dall'imputato integri o meno gli estremi della violenza richiesti dalla norma incriminatrice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MANNINO Saverio Feli - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

FI. Se. , n. a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 16 aprile 2009 della Corte di appello di Torino;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. Giovanni Conti;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. GERACI Vincenzo, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

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