Il giudice di legittimità, nel giudizio di patteggiamento, può dichiarare inammissibile il ricorso per cassazione proposto dall'imputato, senza formalità di procedura, quando la censura mossa non attiene all'espressione della volontà dell'imputato, al difetto di correlazione tra richiesta e sentenza, all'erronea qualificazione giuridica del fatto o all'illegalità della pena o della misura di sicurezza, essendo tali i soli motivi di ricorso ammessi dalla legge. Inoltre, il ricorso è inammissibile per genericità quando la censura relativa alla mancata verifica o motivazione in ordine alla sussistenza di cause di non punibilità non sia accompagnata dalla indicazione specifica delle ragioni che avrebbero dovuto imporre l'assoluzione o il proscioglimento ai sensi dell'art. 129 c.p.p. Infine, la motivazione della sentenza di patteggiamento può ritenersi sufficiente con il semplice richiamo alla disposizione di cui all'art. 129 c.p.p., senza necessità di ulteriori e più analitiche disamine al riguardo. In tali ipotesi, la declaratoria di inammissibilità del ricorso può essere pronunciata mediante la procedura semplificata e non partecipata prevista dall'art. 610 c.p.p., comma 5-bis, introdotto dalla L. n. 103 del 2017, che si applica a tutte le sentenze emesse ex art. 444 c.p.p., a prescindere dalla causa di inammissibilità.