Il sequestro probatorio disposto dal pubblico ministero con decreto che si limiti a ordinare il vincolo delle "cose pertinenti al reato", senza individuare specificamente i beni da sottoporre a sequestro, deve essere convalidato dal giudice ai sensi dell'art. 355 c.p.p., pena l'inefficacia del vincolo probatorio e l'obbligo di restituzione delle cose sequestrate. In tale ipotesi, l'interessato non può proporre istanza di riesame avverso il provvedimento del tribunale del riesame che abbia dichiarato inammissibile la sua richiesta, dovendo invece chiedere direttamente al pubblico ministero la restituzione dei beni e, in caso di diniego, proporre opposizione al giudice per le indagini preliminari ai sensi dell'art. 263, comma 5, c.p.p. Ciò in quanto il procedimento di riesame è finalizzato unicamente all'eliminazione delle conseguenze pregiudizievoli derivanti dal vincolo di indisponibilità imposto sui beni, sicché l'interesse a proporre l'impugnazione deve essere concreto ed attuale, non potendosi consistere nella mera volontà di ottenere risultati che non potrebbero conseguire all'accoglimento dell'impugnazione.