Il Consiglio di Stato, nell'esaminare il ricorso in appello avverso la sentenza del TAR Puglia che aveva respinto il ricorso di Anna Tondo contro la delibera del Comune di Lequile di adozione di una variante al piano particolareggiato per adeguare la viabilità alle previsioni del vigente piano regolatore generale (PRG), afferma il seguente principio di diritto: La variante al piano particolareggiato adottata dal Comune, volta a riportare le previsioni di tale strumento urbanistico attuativo nell'alveo delle prescrizioni del sovraordinato PRG, non costituisce una modifica dello strumento urbanistico generale, ma rappresenta un atto di autotutela finalizzato a ripristinare la legittimità di un precedente piano particolareggiato non conforme alle previsioni del PRG. Pertanto, tale variante non è soggetta alle limitazioni temporali previste per l'adozione di varianti al PRG, né richiede l'espletamento di un procedimento analogo a quello di approvazione dello strumento urbanistico generale. L'amministrazione, nel procedimento di adozione della variante al piano particolareggiato, ha l'onere di motivare in modo generale le scelte effettuate, senza necessità di controdedurre puntualmente a ciascuna osservazione o opposizione presentata, salvo che le stesse incidano su zone territorialmente circoscritte ledendo legittime aspettative. Inoltre, il termine per la presentazione di osservazioni e opposizioni, previsto dalla normativa regionale, non riveste carattere perentorio, sicché l'amministrazione può comunque esaminarle anche se presentate oltre tale termine, senza che ciò comporti un obbligo di esame puntuale e motivato di ciascuna di esse.