Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12239 del 25 marzo 2024

ECLI:IT:CASS:2024:12239PEN

Massima

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Il giudizio di gravità indiziaria sulla partecipazione di un soggetto a un'associazione di tipo mafioso deve fondarsi su elementi probatori dotati di autonoma valenza indiziaria, senza che possa ritenersi sufficiente il mero riscontro a dichiarazioni di un collaboratore di giustizia laddove tali dichiarazioni non trovino conferma in altri elementi esterni, anche di natura logica, che ne rendano verosimile il contenuto. In particolare, non può considerarsi idoneo a fungere da riscontro indiziario la mera frequentazione con soggetti ritenuti partecipi del sodalizio mafioso, ove questi ultimi non risultino a loro volta attinti da gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato associativo. La motivazione del provvedimento cautelare deve pertanto essere immune da contraddittorietà logica, evitando di valorizzare elementi probatori la cui valenza indiziaria risulti smentita o non dimostrata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta da:

Dott. BELTRANI Sergio - Presidente -

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi

Dott. D'AURIA Donato

Dott. SARACO Antonio - Relatore -

Dott. MARRA Giuseppe

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Bi.Gi. nato il Omissis a C
avverso l'ordinanza in data 19/10/2023 del TRIBUNALE DI CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANTONIO SARACO;
sentita la requisitoria del Pubblico ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale FULVIO BALDI, che ha concluso per l'inammissibilità del ricorso;
sentito l'Avvocato LU.FA., che ha illustrato i motivi del ricorso e ne ha chiesto l'accoglimento.
RITENUTO IN FATTO
Bi.Gi., per il tramite del proprio difensore, impugna l'ordinanza in data 19/10/2023 …

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