La revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività di consulenza per la circolazione dei mezzi di trasporto, prevista dall'art. 9, comma 3, della legge n. 264 del 1991, può essere disposta dall'amministrazione competente solo in presenza di gravi abusi accertati, previa adeguata motivazione che espliciti il nesso di proporzionalità tra la gravità del fatto contestato e la misura sanzionatoria più afflittiva, tenuto conto della possibilità di irrogare, in alternativa, la sanzione meno grave della sospensione in caso di irregolarità persistenti o ripetute. L'obbligo di motivazione, quale corollario dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, impone all'amministrazione di rendere conto, in modo chiaro e congruo, dei presupposti di fatto e delle ragioni giuridiche che hanno determinato la scelta della revoca, in relazione alle risultanze dell'istruttoria, al fine di consentire un effettivo controllo giurisdizionale sulla legittimità del provvedimento.