Il rilascio di certificati medici da parte di sanitari del servizio pubblico, attestanti patologie effettivamente riscontrate e la necessità di un periodo di congedo, non integra gli artifizi o raggiri costitutivi del delitto di truffa militare, anche qualora l'infermità risulti successivamente compatibile con la permanenza in servizio. In tali casi, infatti, l'Amministrazione militare, sulla base della documentazione sanitaria prodotta, ha ritenuto legittimamente fondata la richiesta di congedo per malattia, senza che possa ravvisarsi un intento fraudolento da parte del militare. Parimenti, la mera compatibilità della patologia con la prestazione di servizio non integra gli estremi della simulazione di infermità, atteso che il militare si è sottoposto a plurime visite mediche e ha prodotto certificati rilasciati da medici del servizio pubblico, assistiti dalla presunzione di veridicità. Pertanto, in assenza degli elementi costitutivi essenziali dei reati contestati, non può configurarsi la responsabilità penale del militare per truffa e simulazione di infermità.