Il termine per l'impugnazione di una sentenza penale di condanna pronunciata in contumacia decorre dalla data di notifica dell'estratto contumaciale all'imputato dichiarato irreperibile, non anche dalla successiva notifica dell'avviso di deposito della sentenza al difensore, in quanto quest'ultima notifica non è dovuta ai sensi dell'art. 548 comma 3 c.p.p. quando la sentenza sia stata depositata entro il termine di cui all'art. 544 comma 3 c.p.p. L'errore della cancelleria nel notificare comunque l'avviso di deposito al difensore non può modificare il termine legale per impugnare, che rimane quello decorrente dalla notifica all'imputato contumace. Inoltre, una volta che la sentenza sia passata in giudicato, non è più possibile invocare tale errore per ottenere una sorta di restituzione in termini per impugnare. Il mancato rispetto del termine di impugnazione, determinato dalla legge in modo inderogabile, comporta l'inammissibilità del relativo ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende.