Cassazione penale Sez. V sentenza n. 42892 del 14 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:42892PEN

Massima

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La modifica di una dichiarazione di inizio attività (DIA) effettuata dagli stessi autori del documento, con l'apposizione della data e della firma, non integra il reato di falsità materiale in atto pubblico, in quanto non attribuisce al contenuto originario del documento un tenore diverso da quello che gli era proprio, ma costituisce una forma anomala di scrittura integrativa che, sebbene più correttamente realizzabile in calce allo scritto, non altera la sostanza del documento originario. La DIA, infatti, ha natura di atto privato e non si converte in atto pubblico per il solo decorso del termine previsto per l'eventuale intervento inibitorio dell'amministrazione comunale, in quanto l'esercizio del potere inibitorio non richiede la preventiva rimozione della DIA secondo la logica del contrarius actus.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 16/05/2013 della Corte di Appello di Lecce;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.

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