Il maltrattamento in famiglia, la violenza sessuale e la violazione degli obblighi di assistenza familiare costituiscono gravi reati che ledono la dignità e l'integrità della persona offesa, anche quando questa si trovi in una relazione coniugale di lunga durata. L'abitualità delle condotte vessatorie, l'assenza di consenso agli atti sessuali e l'inadempimento degli obblighi di mantenimento, anche in presenza di aiuti economici da parte di altri familiari, integrano gli elementi costitutivi di tali fattispecie delittuose, a prescindere dalla natura del rapporto tra autore e vittima. Il giudice, nel valutare la credibilità della persona offesa, deve tenere conto della linearità e coerenza della sua deposizione, senza limitarsi a una lettura parziale del materiale probatorio, essendo preclusa in sede di legittimità una rilettura alternativa dei fatti. La condanna dell'imputato al risarcimento del danno in favore della parte civile e alle relative spese di giudizio rappresenta una doverosa conseguenza della sua responsabilità penale accertata.