Cassazione penale Sez. II sentenza n. 16538 del 12 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:16538PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso si configura quando un gruppo di persone si associa stabilmente al fine di commettere una pluralità indeterminata di delitti, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, per realizzare i propri scopi criminosi e per mantenere il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e di servizi pubblici, anche attraverso l'utilizzo del metodo mafioso, caratterizzato dall'impiego di violenza e minaccia per il conseguimento dei propri fini illeciti. L'accertamento della sussistenza di tale reato associativo non richiede necessariamente la prova di un accordo formale tra gli associati, essendo sufficiente la dimostrazione di un vincolo associativo finalizzato alla realizzazione di una pluralità indeterminata di delitti, desumibile anche da elementi indiziari quali la disponibilità di armi e di esplosivi, l'adozione del metodo mafioso nell'esecuzione dei reati-fine, il controllo del territorio e la soggezione delle vittime, nonché la ripartizione di ruoli e compiti all'interno del sodalizio. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, se intrinsecamente credibili e riscontrate da altri elementi probatori, costituiscono valido fondamento per l'affermazione della responsabilità degli imputati, anche in relazione ai reati-fine contestati, senza che sia necessaria la prova di contatti continuativi tra gli associati o di una struttura organizzativa rigidamente gerarchizzata. L'aggravante del metodo mafioso di cui all'art. 7 della legge n. 203 del 1991 ricorre quando i reati sono commessi avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà derivanti dall'appartenenza all'associazione mafiosa, al fine di agevolare le attività del sodalizio criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - rel. Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1188/2011 CORTE APPELLO di SALERNO, del 27/03/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/02/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO GENTILE;

Udito il Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso per (OMISS…

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