Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dal Condominio contro l'ordinanza sindacale del Comune di Napoli che aveva imposto l'esecuzione di opere di ripristino della rete fognaria e dello stato di sicurezza e igiene dei luoghi, ha dichiarato il ricorso improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse. Ciò in quanto, nonostante la proposizione del ricorso, il Condominio aveva spontaneamente dato esecuzione all'ordinanza, eliminando la situazione di pericolo accertata. Pertanto, essendo venuti meno i presupposti di cui all'art. 100 c.p.c., in quanto non risultava più possibile una pronuncia utile ai fini della tutela dell'interesse del ricorrente, il Tribunale ha ritenuto che sussistessero le condizioni per dichiarare l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse. La giurisprudenza amministrativa consolidata afferma che, quando nel corso del giudizio intervenga un fatto che determini la cessazione della materia del contendere, ovvero il venir meno, con la materia controversa, di qualsiasi posizione di contrasto tra le parti, ma non risulti possibile una declaratoria di rinuncia agli atti o alla pretesa sostanziale, il ricorso deve essere dichiarato improcedibile, sopravvenendo la carenza dell'interesse alla definizione del giudizio, e, quindi, ad una pronuncia nel merito. Pertanto, il principio di diritto che si ricava dalla sentenza è che il ricorso amministrativo deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, qualora nel corso del giudizio intervenga un fatto che determini la cessazione della materia del contendere, senza che sia possibile una declaratoria di rinuncia agli atti o alla pretesa sostanziale, in quanto in tal caso viene meno l'interesse del ricorrente alla definizione del giudizio e all'ottenimento di una pronuncia nel merito.