Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24328 del 28 giugno 2005

ECLI:IT:CASS:2005:24328PEN

Massima

Massima ufficiale
È manifestamente infondata, in riferimento agli articoli 3 e 27 Cost, la questione di legittimità costituzionale dell'art. 216 L. fall., nella parte in cui non prevede, in armonia con il novellato art. 223, comma secondo, n. 1, L. fall., che le condotte ivi contemplate abbiano cagionato o concorso a cagionare il dissesto della società, in quanto il sistema delineato dall'art. 223, comma secondo, n. 1 concerne condotte integrative di reati societari, pur se seguiti dalla dichiarazione di fallimento e, pertanto, eterogenee e non sovrapponibili a quelle concernenti la distrazione, dissipazione, distruzione patrimoniale o volontaria tenuta della contabilità previste dall'art. 216, con la conseguenza che rientra nella discrezionalità legislativa la scelta di modificare esclusivamente la configurazione della bancarotta fraudolenta "da reato societario", introducendo la previsione dell' evento del dissesto della società.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FOSCARINI Bruno - Presidente

Dott. LATTANZI Giorgio - Consigliere

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. GI. FA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 09/04/2003 CORTE APPELLO di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il procedimento;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CALABRESE RENATO LUIGI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE Enrico che ha concluso per il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Di. Gi. Fa. impugna per Cassazione la sentenza che ne ha confermato la dichiarazione di colpevolezza in ordine a…

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