La presentazione di una domanda di condono edilizio da parte del ricorrente comporta la sospensione del procedimento amministrativo sanzionatorio, imponendo all'amministrazione l'obbligo di pronunciarsi preliminarmente sulla condonabilità dell'opera prima di proseguire nell'azione repressiva. Pertanto, il ricorso avverso l'ordinanza di demolizione diviene improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, in quanto l'interesse del ricorrente si sposta sul successivo provvedimento che l'amministrazione adotterà all'esito della definizione della istanza di condono edilizio. La sospensione dei procedimenti amministrativi e giurisdizionali, nonché della loro esecuzione, sino alla scadenza del termine previsto per la presentazione della domanda di definizione dell'illecito edilizio, è prevista dagli artt. 38 e 44 della legge n. 47/1985, richiamati dall'art. 32, comma 25, del D.L. n. 269/2003, al fine di non vanificare a priori il rilascio del titolo abilitativo in sanatoria. L'amministrazione ha pertanto l'obbligo di pronunciarsi sulla condonabilità o meno dell'opera edilizia prima di portare ad ulteriore corso il procedimento repressivo.